L’importanza dei personaggi
Bentornati tra i miei angoli smussati.
Cos’hanno in comune Freddie Mercury, Axl Rose, Valentino Rossi, Federica Pellegrini, Loredana Bertè e Madonna? Oltre alle imprese sportive, e alle bellissime canzoni, c’è una caratteristica che li accumuna e li differenzia dalla massa: sono personaggi di spessore, con una personalità ben definita in grado di intrigare, di ammaliare e di catturare l’attenzione.
Allo stesso modo devono essere in grado di farlo i personaggi di un libro. Protagonisti ma anche antagonisti, perché sono loro a restare impressi nelle menti dei lettori se “costruiti” nel modo giusto. I lettori li odiano, li ammirano e se ne innamorano; più lo scrittore sarà riuscito a caratterizzarli bene, maggiore sarà l’appagamento del pubblico.
Ma… come si fa a caratterizzarli nel miglior modo possibile?
Per prima cosa è indispensabile capire che i personaggi prendono vita nella mente dei lettori, e farli assomigliare a persone reali è il modo più efficace per provocare empatia. Le persone hanno pregi e difetti, ed è per questo che attribuire qualche difetto a un protagonista buono o qualche pregio a un antagonista cattivo contribuisce in modo determinante a renderli umani e, perciò, degni di attenzione.
Allo stesso modo, i dialoghi sono indispensabili per mostrarli ai lettori, perché sono la nostra carta d’identità e ci qualificano: quando parliamo, emerge il nostro vero io, vengono a galla i pensieri e le nostre idee. Diamo la possibilità ai nostri interlocutori di capire chi siamo e da dove veniamo. È fondamentale che i personaggi non parlino nello stesso modo perché le persone reali non lo fanno. Osservare e ascoltare chi ci circonda può essere un ottimo esercizio, a tal proposito.
Anche il luogo è importante. Quando il personaggio agisce nel mondo ordinario – ovvero quello abituale –, avrà un comportamento diverso rispetto al momento in cui deciderà di uscire dalla zona di comfort per rispondere a quello che Chris Vogler (nel libro “Il viaggio dell’eroe”) ha definito “il richiamo all’avventura”; a quel punto, il protagonista si ritroverà ad affrontare il mondo straordinario, ovvero un posto sconosciuto in cui tutte le sue certezze si sgretoleranno. Con pazienza, tempo e sudore, dovrà ricostruirle o scoprirne di nuove, grazie all’aiuto di nuovi alleati.
Il mondo straordinario è indispensabile per la maturazione del personaggio, perché in un libro, come nella vita reale, le persone evolvono fino a raggiungere un grado di consapevolezza diverso, a mano a mano che gli anni trascorrono. E la maturazione non è altro che il risultato finale delle esperienze affrontate in precedenza.
Solo dopo avere completato questo percorso, il vostro personaggio si trasformerà in quell’eroe che farà ritorno nel mondo ordinario e riuscirà, con tutta probabilità, a ritagliarsi un posto nella mente e nel cuore dei lettori, ricalcando le gesta delle persone reali che ho citato all’inizio di questo articolo.
E voi avete altri suggerimenti per caratterizzare al meglio i personaggi?
Scrivetelo nei commenti.
Un caro saluto smussatori di angoli.
(Immagine di copertina scaricata gratuitamente da Pixabay.com)
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Bellissimo articolo Marco. Hai toccato molti dei punti che fanno la differenza sui personaggi che in una storia funzionano davvero.
Bravissimo!
Grazie mille, Giulia, per il tuo graditissimo commento.